Da Grande Ippica Italiana.
Nulla da fare! La vittoria di una femmina nel Derby italiano del galoppo rimane un tabù. Archidamia non ha trovato neanche nella coriacea e volitiva Klaynn la sua degna erede. Eppure la figlia di Make Believe ha lottato fino all’ultimo metro per cercare l’impresa. Dario Di Tocco ha montato per provare a vincerla. Una condotta di gara più conservativa, forse, gli avrebbe consentito un risultato migliore del quarto posto finale, ma l’obiettivo era tentare l’impresa e allora terzo o quarto fa poca differenza se non nel portafoglio. Quei 600 metri in più rispetto all’Elena chissà… forse si sono sentiti, o forse no. Probabilmente ne sapremo di più il 22 giugno quando si disputeranno le Oaks a San Siro. Perde l’imbattibilità Klaynn, ma non certo l’onore…
Detto questo bisogna rendere gli onori della cronaca e il merito al vincitore: Molveno, un figlio di Almanzor, forgiato e allenato in Inghilterra da Marco Botti, cugino di Stefano, montato alla perfezione da un altro emigrante di lusso come Marco Ghiani, 26 anni da Oristano, ma trasferitosi da tempo nel Regno Unito dove è stato campione degli allievi nel 2021. Antonio Orani in sella a Crazy Spirit sembrava aver azzeccato la mossa giusta scappando via in dirittura di arrivo, ma Ghiani e Molveno gli sono piombati addosso negli ultimi metri giustiziandolo con una precisione quasi chirurgica. I colori italiani (milanesi) della scuderia Sagam; il training, come detto di Marco Botti, che il Derby non lo aveva mai vinto al contrario di Stefano che ha comunque piazzato al secondo e al terzo posto due suoi allievi: Crazy Spirit e Lao Tzu. Solo sesto, deludente, il tedesco Zauberkonig, mai veramente in evidenza, forse non un bene per il rating della nostra corsa, ma lo vedremo meglio nei prossimi mesi.
Un pomeriggio esaltante dal punto di vista delle presenze e dello spettacolo, 15mila gli spettatori sulle tribune dell’ippodromo della via Appia, tante le attività collaterali organizzate da Hippogroup, ma al centro sempre le corse, come è giusto che sia. Di rilievo anche le vittorie di Flag’s Up (Cristian Demuro) nel Premio Carlo D’Alessio, di Woodchuck (Antonio Orani) nel Presidente della Repubblica, di Noble Title (Mario Sanna) nel Tudini e di Shimmy Jimmy (Federico Bossa) nel Premio intitolato a Mauro Sbarigia.
Buono anche il movimento delle scommesse sul campo con 240 mila euro incassati contro i 217mila euro dello scorso anno (oltre il 10% di incremento). Ora si attendono i risultati del gioco all’estero dal momento che la corsa è stata diffusa in ben 26 nazioni e i primi riscontri, come, ad esempio quello che arriva dalla Francia, sembrano essere piuttosto positivi.